Il Protocollo – che si compone di 16 articoli – prevede una cornice di regole che riconosce i punti cardine fissati dalla legge 81/2017 (in primis l’accordo individuale tra azienda e lavoratore) dedicando ampio spazio alle esigenze emerse con forza nell’ultimo anno: la formazione dei lavoratori, la necessità di garantirne la sicurezza, l’opportunità che il welfare aziendale supporti il lavoro agile, anche con aiuti economici.
Il Protocollo segna quindi un apprezzabile passo in avanti per lo sviluppo delle relazioni di lavoro ponendo alcune regole necessarie all’integrazione della Legge 81/2017 che conteneva disposizioni “minimali” sul lavoro agile, peraltro fino al 2019 attuato in modo del tutto sporadico da pochissime aziende.
L’avv. Pozzoli, anche alla luce del fatto che il lavoro agile è ormai entrato stabilmente nelle “prassi di vita” di molti lavoratori che mostrano di gradire tale modalità di lavoro (opportunamente alternata da imprescindibili giornate di lavoro in presenza), auspica che la ratio sottesa al lavoro agile, molto più focalizzata sui risultati e sugli obiettivi che non sui meri tempi di lavoro, possa ulteriormente svilupparsi in una prospettiva di più matura condivisione e responsabilità nei rapporti tra i lavoratori e le aziende.